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Persi Nella Valle di Pinocchio

Oscar Bellina Lishner

Tel Aviv, on the 28 of Adar I, year 5784


Persi Nella Valle di Pinocchio


Oggi ricordavo, degli aneddoti trascorsi con il mio
caro ex socio Luigi (Benedetta sia la sua memoria).
Tra tanti, spunta nel mio pensiero, quando tornando,
dalla Valchiusella destinazione Assisi circa 20 anni
fa, ci siamo ritrovati con la autostrada in parte chiusa,
da Pisa, direzione Firenze; pioveva, c’era la nebbia,
era già tardi, ed al indomani, incominciavamo a
lavorare verso le 07:30 del mattino.

Dunque, tutto a posto.


Poi l’animo di Luigi era sotto i livelli normali, per
problematiche, che avevo accompagnato a risolvere
a Torino.


Lui me lascia la guida, perché era già stanco e
fastidiato, a certo punto avvisto troppo tardi un
cartello, che indicava il rientro sognato in
autostrada, dunque, continuo diritto, e purtroppo non c era altro
da fare, che rimanere su la strada provinciale.

Quando sveglio Luigi e parlo del successo, voleva
ammazzarmi, nel senso formale e con diritto della
parola in sé.
A quel punto anch’io ero nel buio della mia
frustrazione, ma sempre positivo, propongo: Fermiamoci a
mangiare ed a bere un goccio di vino, poi tutto
passa, ormai è tardi, arriveremo tardi, dormiremo poco, ma
domani sarà un altro giorno.
A certo punto leggiamo: Benvenuti a Collodi,
frazione di Pescia, terra di Carlo Collodi e Pinocchio,
io sorrido, e Luigi mi manda a quel paese,
poi andando avanti, cerano tutte figure, cartelli,
musei, agriturismi, che rendevano culto al famoso
Burattino.


A certo punto, lego Ristorante Tipico Pinocchio,
e decido di fermarmi, in più era pieno di macchine,
antico segno di clientela leale e ricorrente.
(Sì, ben mio nonno mi raccontava che c’era
qualcuno che parcheggiava, delle macchine sue e
non funzionanti tutte le mattine nel piazzale del suo
locale, quale lamo, per gli illusi)

Entriamo nel locale, tutto in legno, e pieno di
illustrazioni, dipinti, ceramiche relative alla
creazione di Collodi; ma anche del miele della Val di
Pesa, formaggi di fossa stagionati, carne Chianina,
griglie piene di salsicce, ed anche un forno a legna
che sfornava delle pizze con il Lardo locale.
A certo punto mangiando e bevendo un bel bicchier
di Chianti Nipozzano, la serata divento magica, e ci
siamo mesi a parlare di cose assurde in altri tempi,
era come se la nostra maturità, e senso d’essere
sempre in difesa propria, fosse sparito, ed eravamo
diventati parti di quel libro bellissimo, che è Pinocchio.
Mai torniamo a parlare di quella serata stellata,
nel buio oscuro, fresca e fragrante, nel freddo
umido.
Dopo 20 anni, e con Luigi, che non c'è più,
penso che alla fine ce una parte di noi che rimane
inalterabilmente infantile, ma talmente nascosta per
la paura, colpa dei fallimenti, dei tradimenti anche
da persone fidate, che ci fanno fare il contrario del
bisogno, chiuderci invece d’aprirci, verso l ignota
serata magica.

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